Intervallo: Pubblicità Progresso.

Breve intervallo sulle mie vicende personali: a seguire prossimamente la seconda parte del Giudizio.

Nel frattempo fermiamoci a riflettere su un fenomeno vergognoso che affligge il mondo, ovvero l'abuso dei minori inteso non solo come prevaricazione fisica/sessuale, ma anche come sfruttamento socioeconomico.
La campagna è dell'
Instituto de Apoio de Crianca e soffoca ogni possibile volo pindarico sui nostri ricordi fanciulleschi: memorie che qualche bambino là fuori non ha avuto neanche la possibilità di crearsi.

Qui di seguito posto due esempi su quattro della serie, che potete visionare in formato maggiore
qui.

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Cronaca Di Un Giudizio (Prima Parte).

1

Scusandomi per l'evidente ritardo dovuto all'assalto subito da stress, decadimento fisico e impellenze lavorative, assolvo alle mie promesse e riprendiamo il filo della mia limitata autobiografia.
Premetto subito che, a differenza di molti altri colleghi, io ho sempre desiderato svolgere il lavoro di avvocato.
Vocazione? Autolesionismo? Pazzia?

Ai posteri l'ardua sentenza: io so solo che ogni mattina mi alzo felice e mi appresto alla mia scrivania con la consapevolezza di incocciare nei miei interessi.

Addirittura, persino durante lo studio per l'esame quello che leggevo e studiavo fino alla nausea mi interessava: per me, non c'è miglior sensazione tattile di aprire un libro di diritto (anche astruso e di improbabile applicazione pratica) per la prima volta.

Eh, sì: l'esame.

Anzi, L'ESAME.

Un punto di svolta, una via crucis per tutti quelli che aspirano alla professione di avvocato.
Un momento topico in cui confluiscono anni di studio ed impegno, anni di trasumanza lavorativa tra una o più code di cancelleria in cui la sensazione del tempo si dilata all'inverosimile.
Anni di spese non retribuite, di piccole insoddisfazioni quotidiane, con lo sguardo diviso tra l'orgoglio per quello che si fa e un senso di incompiutezza esistenziale, condito dall'invidia per chi ha un lavoro retribuito e le vacanze pagate.
Anni di chi-me-lo-fa-fare e anni di ce-la-farò, di picchi di autostima e di profonde depressioni, specie quando ci si reca alla prova scritta di dicembre assieme ad un paio di migliaio di altre persone in capannoni fieristici con la consapevolezza che, mentre fuori impazza l'approssimarsi del Natale, tu stai scrivendo pareri che saranno (forse) letti e (forse) valutati con criteri più o meno oggettivi.
Unica motivazione è un auspicato passaggio alla prova orale tra 9 mesi circa, con lo spettro in caso di insuccesso di ripetere l'iter fino a che non ti scadrà il patrocinio, come in un Inferno sartriano.

E nel frattempo si lavora, si fanno progetti di vita, mentre la Spada di Damocle pende ed oscilla.

A giugno, poi, giunge il responso positivo, si abbandona lo studio (e ogni forma di retribuzione) disponendo come impazziti per ogni pratica in modo che il cliente sia salvaguardato: un saluto, si comprano i libri per le 6 materie scelte, si rimanda ogni appuntamento, viaggio, ci si isola dal mondo concentrandosi fino allo spasimo sul traguardo.
Sei ore al giorno con punte di nove, si vive in biblioteca con il supporto di iPod, acqua, caffè e qualche tocco di cioccolato per ripristinare le forze.
I primi mesi volano, la mente comincia a dimenticarsi gli argomenti studiati nei primi giorni, cresce l'ansia da prestazione e non si dorme più.
Io, ogni notte, mi interrogavo sulle materie: appena mi addormentavo mi sussurravo domande a bruciapelo, argomentavo risposte, ampliavo con collegamenti e, nella disgraziata ipotesi di un imbarazzo o di un tentennamento, mi svegliavo di soprassalto colto da attacchi di disperazione (neppure i rimedi olistici mi permettevano di dormire serenamente).

Il giorno prima dell'esame del 12.10.07 (data del mio compleanno), mi sono trasferito in una piccola camera di albergo a Venezia a due passi dalla Corte d'Appello in cui, naturalmente, non ho trovato alcuna serenità: il pomeriggio ho studiato, la sera pure, di notte mi alzavo ogni due ore per ripassare: ormai era un tunnel senza uscita (e ormai mi ero rassegnato pure ad arredarlo, tanto ci ero abituato).
All'esame la tensione tra noi poveri condannati era più che palpabile: ricordo avvocati di passaggio che interrogavano preoccupate le impiegate della Corte su cosa stava accadendo, tanto sembrava un'omelia funebre.
Il primo è stato bocciato per alcuni silenzi.
La seconda (che era la medesima persona che era stata bocciata con me due anni fa, al primo tentativo) rimedia un exploit da applausi e passa,
Io ero il terzo.
E' difficile spiegare cosa si prova o si ricorda in un momento del genere: quei 4 o 5 passi patibolari che ti conducono di fronte alla commissione, l'attesa delle domande, il viso degli interrogatori e il vibrato delle loro labbra nel profferire domande e/o nel spaziare in connessioni proprie o improprie, la mente che si dilata improvvisamente al suono di una parola, associando una catena di memorie a cascata che riempiono il nemico silenzio.
Sono tutti accadimenti che rimangono impressi nella memoria ma vacillano nei dettagli come in una visione onirica.
Oltre a questo, del momento topico ricordo solo qualche domanda posta a mò di cattiveria gratuita e un fiume che mi scorga dalla bocca a colmare le richieste della commissione, la mia saltuaria concessione di un sicuro sorriso a sottolineare la magniloquenza che mi ha graziato quel giorno.

50 minuti di abduction aliena: esco per attendere il verdetto, la porta si apre subito (il chè vuol dire di solito o bocciato alla grande o promosso a pieni voti) e rientro per ascoltare esito positivo.
Qualche applauso dai commissari, le congratulazioni di rito dai colleghi, ringrazio e poi via in bagno a seguire un rito ormai diffuso: o si vomita o si piange come fontane (indovinate la mia scelta).
Ogni tanto qualche esibizionista sviene, ma non è il mio caso: se fosse andata male avrei puntato con eleganza il Canale fuori dalla finestra ma sarà per un'altra volta.

(continua)


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Gioia.

1

A chiunque interessasse: ebbene sì, stavolta ho passato l'esame per l'abilitazione per la professione di Avvocato.
A domani per la cronaca e il reboot delle attività di MacAnatomy.

Over.

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Riassunto Delle Puntate Precedenti.

La versione breve è:

il 12 ottobre ho
l'esame per l'Abilitazione da Avvocato, sto impazzendo sui libri: è il mio Sogno da quando ho 14 anni ed è pure LA tappa fondamentale della mia carriera lavorativa.

Le materie sono 6, il
quantum è abbondante e quindi l'incognita dell'esito rimane.
Un momento sono euforico, l'altro crollo nello sconforto.
Ottovolante della mente.

Ma l'importante è ricordare che la Vita può fare schifo e accettare ogni evenienza, anche negativa, perchè

d

Seeeeee, come no!
Tocco ferro.

Cartolina da
Someecards.com, semplicemente meravigliose nella loro sconcertante negatività.

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