The Shield, Finale Di Serie s07e13 (Pericolo Spoiler).

E' finito The Shield, serial americano in onda da sette stagioni, di cui cinque viste in Italia.
The Shield mi aveva colpito anni fa, quando passava la terza stagione su mediaset in tarda serata.
Era un periodo di grandi telefilm polizieschi, e TS sembrava la versione incattivita e documentaristica di NYPDB (mi si perdoni il paragone, ma al tempo la pensavo cosìWinking.
Poi, con il passare degli episodi mi ha colpito l'abilità dello sceneggiatore: il ciclico sprofondare nell'abisso della sconfitta e della disperazione da parte dei protagonisti ogni tre puntate e poi l'incastro (apparentemente) perfetto dei piani machiavellici di Vic a salvare la situazione.

OT: Il peccato che non posso perdonare a nessuna visione di intrattenimento è di annunciarmi la svolta della trama: The Shield non mi ha mai deluso
Winking

Il tutto condito da una sottile ma costante continuity, un tratteggio tridimensionale di tutti (e dico tutti) i characters ed i comprimari, il realismo narrativo acuito dalla scelta stilistica della ripresa (cam in mano, come nei veri documentari che si trasmettono in USA) e dall'abilità degli attori: mi sono innamorato dello sceneggiato, tant'è vero che ho colmato rapidamente il gap della mia ignoranza guardandomi tutte le puntate passate.
Ogni uscita, poi, era un appuntamento imperdibile.

The Shield è un telefilm ruvido, visivamente irritante al primo approccio ma, se apprezzato, è secondo me uno dei migliori serial mai apparsi sugli schermi.

Ma arriviamo al punto: oggi ho visto il finale della settima stagione, ovvero quello definitivo (forse faranno un film, ma non penso dato il gradimento marginale del serial).

ATTENZIONE PERICOLO SPOILER, di seguito commento il FINALE della serie

In sintesi: Shane uccide la sua famiglia (moglie incinta e figlio) e si suicida, la moglie di Vic con i figli entra in un programma di protezione del FBI e si allontana per sempre dalla vita del protagonista, Vic e Ronnie arrestano il trafficante ma, avendo Vic firmato l'accordo di immunità, solo Ronnie viene arrestato e condannato al carcere a vita sulla base della deposizione dello stesso protagonista.
Vic comincia a lavorare all'Immigrazione Federale convinto di preservare il medesimo approccio da strada da poliziotto ma, per vendetta dell'agente che lui ha ingannato per ottenere l'immunità da tutte le accuse, è costretto a lavorare con giacca e cravatta in un cubicolo ed a eseguire un lavoro di ufficio (!!!).
La serie finisce con Vic che, alla sera del primo giorno di lavoro, prende la pistola ed esce in strada per raggiungere delle volanti, pur se in borghese.

Premetto che reputo la fine corretta e l'episodio strepitoso, anche se non proprio la miglior conclusione possibile: ho "ammirato" l'estro di Vic & Co. per tanto tempo, ma la settima serie mi ha portato ad odiare l'indiscusso protagonista come non mai.
Vederlo tradire lo spirito dello Strike Team, assistere al suo confessare in un'unica occasione tutta la me*da commessa in questi anni con il sorriso sulle labbra ed il disprezzo divertito per averla scampata ancora una volta, il cinico egoismo culminato con il voltafaccia a Ronnie, ogni elemento è stato illuminante: per me Vic doveva morire.
Ha sacrificato tutto e tutti per mantenere la SUA vita immutata, per avere ancora a fianco la famiglia felice e per restare un rispettato e temuto tutore dell'Ordine sulla strada, pur sapendo che tradiva ogni suo valore, convinzione, compagno (il Migliore è diventato il Peggiore).
E quindi la Morte era il suo destino.
Tutte le stagioni di The Shield portano a questa unica logica direzione: non ci può essere redenzione per chi ha sbagliato e non si pente.

Ogni volta che lo Strike Team sembrava salvarsi, in verità non faceva che scavare ancora di più in profondità verso l'autodistruzione - la rapina agli armeni è stato IMHO in Punto di Non Ritorno, il culmine dell'avidità che li ha divorati (mio Dio, anche Mara ha le sue colpe ) - e Vickey, motore di ogni atto e nefandezza commessi, non doveva nè poteva salvarsi.

Si potrebbe obiettare che lo sceneggiatore ha voluto lasciarsi aperto la "classica" porta aperta per un film, che la fine in un cubicolo e il lavoro d'ufficio è l'Inferno Sartriano per Vic, che senza famiglia e distintivo (lo "scudo") lui non è niente, ma non potrò mai perdonargli il fatto di non aver provato nessuna emozione positiva (pianto? Rimorso?) di fronte alle foto della morte della famiglia di Shane ("Family meeting", ho ancora i brividi...)
Il protagonista abbassa solo fugacemente lo sguardo sulle foto dell'omicidio/suicidio di Shane mostrando una codardia estrema (o estremo orgoglio di non rivelare a nessuno lil suo dolore): sa di essere l'artefice della strage (le spacconate al telefono sui figli di Shane sono state l'estrema spallata a spingere l'ex compagno nel vuoto) ma non vuole assumersi la colpa o il fallimento.
Lui è incapace di accettare il fatto che, per una volta (quella decisiva), ha perso la partita: non ha salvato nessuno, non ha avuto in serbo nessun colpo di teatro a rovesciare le carte oppure un colpo di coda vincente in mente.

E' solo nella tomba che si è scavato.

Forse il fatto che sono padre da poco mi ha toccato in particolare perchè mi immedesimavo nelle condizioni di Shane (la morte di ogni componente è stata l'unica, dolorosissima via di uscita nella speranza di un futuro insieme in cielo), ma l'assenza di rimorso del protagonista mi scosso enormemente: fino all'ultima scena, speravo che anche Vickey usasse la pistola che aveva in pugno su di sè.

Rispetto le scelte dell'autore, ma mi rimane dell'amaro in bocca.

In ogni caso, The Shield mi mancherà davvero molto e non ci saranno nè Lost, nè Dr. House o Pushing Daises che lo sostituiranno T_T

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iPhone O Psicopompa Del Vecchio Cellulare (1 di forse 2).

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Non è mistero per alcuno che io ami l'Apple: sono un felicissimo possessore di un iBook G3, di un iMac Bianco Intel da 17" e di un MacMini PPC, e nella mia vita ho consigliato con successo alcuni switch e qualcuno ancora mi ringrazia.

Poi quel "
mac"di "MacAnatomy" qualcosa vorrà dire, no?

Però, se pur da sempre abbacinato dalla Casa della Mela, mi considero un soggetto critico e capace di distaccarmi dal mero evangelismo da MacTalebano, un amante del Bello applicato alla tecnologia ma senza quelle fisse da tech-Feticista assoluto.
Poi è arrivato il Melafonino e il web si è diviso tra chi lo adorava aprioristicamente ("E' Apple, è Apple!!") e chi ne contava solo i difetti e/o limitazioni ("Costa troppo. Non fa quello. Non fa quell'altro. Costa troppo. Costa troppo").
Io me ne tenevo alla debita distanza, al massimo scherzandoci sopra (ad esempio
qui), rimuginando sul possibile design (qui c'è l'icona della mia idea, umiliata enormemente dalla realtà ) o arrovellandomi su come giustificare la spesa, specie in lampante stato di non urgenza.
Infatti, ben prima che in molti sapessero cosa voleva dire "
blutut", nel gennaio 2004 mi ero regalato un Sony Ericssons z600 (praticamente un T610 a conchiglia) che, costato € 300, mi dava molta soddisfazione per la perfetta sincronizzazione con i miei mac (gli ho dedicato un'icona e dei temi, tanto mi garbava).
Di solito, il mio rapporto con il telefono cellulare coincide essenzialmente con l'uso per lavoro, ovvero consta di (lunghe) chiamate a qualsiasi numero e di un utilizzo simile a quello dell'agenda elettronica (calendario udienze, scadenze pratiche e note).
Pertanto, il passaggio all'iPhone o a qualsiasi altro cellulare era essenzialmente precluso al fattore economico/spesa superflua.
Inoltre, si deve considerare anche il ritardo con cui il telefono dell'Apple è sbarcato ufficialmente in Italia poichè, anche se avessi voluto prenderne uno, avrei dovuto prendere il 2G senza fattura, sbloccarlo e spenderci parecchio tempo tra hack e crack.

Ma l'iPhone mi piaceva proprio, tant'è che ogni volta che ne adocchiavo uno mi sorprendevo a torcere il collo e a pensare a come chiedere ad un estraneo di lasciarmelo usare Happy

E pensa oggi, e pensa domani, il mio z600 è morto.
Così...
In un'istante...
E' morto pure male, con lo schermo nero ed inerte e la batteria funzionante: praticamente morte cerebrale (mi sa tanto che aveva capito che mala parata gli girava attorno Laugh ).

Visto che dissento fortemente dall'accanimento terapeutico e necessitavo invece di far sopravvivere la mia utenza professionale, è diventato d'impellente bisogno comperare un cellulare nuovo.
Calcolando che erano quasi 5 anni (!!!) che non cambiavo telefonino, gli scenari che si sono aperti sono stati assolutamente devastanti - prezzo hardware, tariffe, offerte, passaggi di gestore,etc. - , oltre che astrusi nella mia mente che, sotto sotto, pensava solamente all'iPhone.

Riassumendo:

TIM:
Pro
iPhone e la tariffa mensile in abbonamento a 63 e rotti euro (250 minuti al mese verso tutti più 100 -per me - inutili sms più 1 GB di traffico che, probabilmente, non userò mai del tutto)
Attivazione vecchia utenza sul nuovo cellulare pratica e indolore, oltre che celere
Contro
Altri cellulari in bundle orribili
E' la TIM
Piani business alternativi non proprio abbordabili a meno che di avere babbo industriale

Vodafone:
Pro
iPhone e la tariffa mensile in abbonamento a 68 euro (un botto idi telefonate ma meno traffico)
Offerte aggressive per il cambio gestore che regalano un
fottìo di soldi in telefonate e messaggi
Contro
Altri cellulari orribili, specie di marca Samsung che aborro e con il mac ci litiga da sempre perchè dietrocisonoicinesicheusanosolowindows
Cambio gestore in 10/15 giorni

Tre:
Pro
Migliori tariffe di tutti
Cellulare in omaggio
Contro
Ancora cellulari orribili, ma meno di Vodafone
Cellulari con problemi di sync con il mac
Cambio gestore in 10/15 giorni

E il vincitore è....

TIM 250 iPhone!
Calcolatrice alla mano, l'iPhone mi costava 200/250 euri (quindi meno del ericsson) e la mia spesa telefonate, come da media del semestre scorso, è esattamente € 60 ogni mese.
Mettiamoci pure attivazione immediata e l'affare è fatto.

E Venne Il Giorno in cui, tra le mie mani paciocche, si depositò l'iPhone 3G da 16 GB, bianco come un Dono Degli Dei.
(continua...)

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Jack'O'Lantern.

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